Come tutti gli esseri umani anche Re Davide che aveva una fede ✝️ incrollabile in Dio, ogni tanto soffriva perchè sentiva che il Signore era lontano da Lui, come se lo avesse abbandonato. Questo non era assolutamente vero ma i momenti di debolezza in cui tutto va male e non sentiamo il sostegno e il conforto di nessuno ce li abbiamo tutti. Ecco che in questo salmo numero 21 Re Davide si lamenta con Dio, lo invoca ma sente che Lui non c’è, ne chiede la protezione ma si sente abbandonato. Davide si sente circondato dai nemici che lo assalgono e rischiano di sconfiggerlo e proprio in questi duri momenti sembra che l’aiuto del Signore non arrivi. Però l’ultima parte del salmo 21 📖 si conclude con la speranza, anzi non con la speranza ma con una certezza e cioè che Dio sazierà coloro che sono affamati del suo amore 💕 e li proteggerà. Dunque Re Davide dopo un momento di sconforto ritorna a credere nel suo Signore che lo difenderà nelle sue battaglie terrene. Ecco la stessa cosa può capitare a noi durante la vita, anzi succede spesso purtroppo di perdere la fede perchè pensiamo che Dio non sia con noi ma non è così e prima o poi il suo aiuto, anche se in modo diverso da quello che noi pensiamo, arriverà. Crediamo e abbiamo fede sempre. Libro dei Salmi Bibbia | Salmo 21 | Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
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Salmo numero 21
«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza»:
sono le parole del mio lamento.
Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico».
Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
Da me non stare lontano,
poiché l’angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.
Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l’afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d’aiuto, lo ha esaudito.
Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
«Viva il loro cuore per sempre».
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».
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